La vera nobiltà bizantina sul giornale di Costantinopoli...


Unione della Nobiltà Bizantina e Tradizione Costantiniana.

(articolo di Carlo Traggia di Baio)

La Unione della Nobiltà Bizantina nasce nel 1912 ad Atene, in occasione dei moti patriottici ed indipendentisti dei nazionalisti greci e serbi contro le ultime occupazioni dell’Impero Turco Ottomano. Un gruppo di aristocratici di comprovata origine bizantina e fede ortodossa, decide di unirsi, in nome della comune tradizione, per sostenere la guerra di liberazione dai turchi mussulmani. Nei decenni successivi, la Unione ha diminuito il suo impegno bellico e politico (non lo spirito bellicoso e l’impegno metapolitico), per occuparsi più di storia e cultura, trasformandosi in fondazione internazionale, riconosciuta da diversi stati e chiese ortodosse nazionali (Grecia, Serbia, Romania, Albania, Bulgaria e Cipro). La Unione oggi opera, in tutta Europa, con il sostegno ufficiale e la benedizione della Santa Chiesa Ortodossa, in particolare del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli. Attuale presidente a vita è, per nuovo statuto e diritti storici, Sua Altezza Reale e Imperiale il Principe Don Giovanni Angelo Paleologo Mastrogiovanni di Bisanzio, discendente italiano diretto collaterale, jure sanguinis, di Costantino XI Paleologo, ultimo imperatore a sedere sul trono del Romano Impero d’Oriente, fino alla caduta di Costantinopoli nel 1453. Della Unione fanno parte praticamente tutte le dinastie imperiali bizantine (Giustinianea Heracliana rappresentata da SAI il Principe Ezra Tomassini Paternò Leopardi, Comneno, Angelo, Ducas, Cantacuzino e Focas) ma anche famiglie principesche che hanno poi governato stati sovrani (come i Castriota Skanderbegh in Albania, i Bagrationi in Georgia, Armenia e Caucaso; i Rurikovich in Ucraina e Russia, i Gassanidi in Siria e Libano). Ma tanti sono gli illustri soci dello storico sodalizio come: il duca greco serbo montenegrino Costantino Agelasto Sevastopolo (segretario generale della Unione), la nobildonna ortodossa caucasica Mandilosani Lali Panchulidze Aznauri (patrizia bizantina, nobile del kuropalato di Tao Klarjeti, nobile del regno di Imereti, nobile dell’impero di Trebisonda, nobile del regno unitario di Georgia, contessa dell’impero di tutte le Russie), la principessa Donna Martina Castagna De Giustiniani (discendente dai signori dell’isola di Chios e dell’arcipelago), il Marchese Don Costantino Lebano di Lustra e Donna Laura Pedrizzi, discendenti rispettivamente da rami collaterali degli imperatori Comneno e Paleologo. La Unione della Nobiltà Bizantina, anche con l’ausilio di associati docenti universitari, di chiarissima fama internazionale, come il Principe Prof. Peter Frankopan (della Università di Oxford) e SAI il Principe Prof. Roberto Comneno d’Otranto (della Università Bicocca di Milano), sta realizzando una attenta e precisa mappatura delle vere famiglie bizantine, per fare giustizia storica e per dividerle dalle tante fasulle comparse negli anni, e, negli ultimi tempi, anche in rete, che fanno penoso mercimonio e tragicomica ostentazione di questa tradizione culturale e spirituale. Tutti gli associati alla Unione riconoscono il primato spirituale di Sua Santità Bartolomeo I (Patriarca Ecumenico di Costantinopoli e guida della Santa Chiesa Ortodossa) e quello storico giuridico di SARI Giovanni Paleologo, riconosciuto come punto di riferimento simbolico, gran principe fra i principi imperiali, e primo legittimo erede al virtuale trono costantinopolitano. Il lavoro di riordino della Unione è assolutamente necessario, chiaro e portato avanti con grande serietà e rigore, secondo le particolati consuetudini del diritto nobiliare ortodosso orientale bizantino che, come quello antico romano, prevedono come normale possibilità e prassi sia la successione matrilineare (da madre a figlio, in mancanza di altri eredi) che quella per scelta, ovvero per adozione del nuovo erede (anche in presenza di consanguinei, non ritenuti all’altezza del gravoso compito). Tutti questi passaggi genealogici dinastici, per essere legittimi devono sempre avere una caratteristica comune e fondamentale, ovvero la benedizione ed il benestare ufficiale della competente Chiesa Ortodossa, del Patriarcato Ecumenico o di una delle tredici diverse chiese nazionali autocefale. A differenza della nobiltà cattolica occidentale, per i nobili di tradizione ortodossa e bizantina, è solo l’autorità religiosa ortodossa ufficiale, autentica custode della tradizione, a potere dirimere queste questioni. E così è avvenuto, anche recentemente, per le diatribe dinastiche in Russia, Georgia e Grecia dove sono stati appunto i Patriarchi Ortodossi a riconoscere quali legittimi eredi al trono i principi George Romanov Hohenzollern e Irakli Bagrationi Imereli, e il principe Roberto Spreti Malmesi Griffo Focas di Cefalonia come discendente dell’Imperatore Niceforo II Foca. La Unione Bizantina, con questa operazione verità, vuole quindi fare chiarezza e pulizia, e porsi, visto il numero storicamente elevato di famiglie italiane di origine bizantina, greca e albanese ma anche la recente immigrazione dai paesi ortodossi (quasi due milioni di fedeli in Italia), come interlocutore, serio e credibile, dell’aristocrazia cattolica, del Sovrano Militare Ordine di Malta, della Real Casa Savoia, della Casa Imperiale Asburgo e della Casa Reale Borbone Parma e delle Due Sicilie. In merito a quest’ultima, è da sottolineare come la Unione della Nobiltà Bizantina abbia voluto, non solo per strategica diplomazia ma per sincero rispetto cristiano ecumenico, non interferire, porre questioni storiche di legittimità o fare concorrenza agli Ordini Costantiniani cattolici borbonici dei tre distinti rami (Parma, Napoli e Spagna) ben presenti sul territorio nazionale italiano, con tante lodevoli iniziative culturali e benefiche. E’ chiaro però che tutte le dinastie che hanno governato l’Impero Romano d’Oriente, hanno, fra i propri ordini (non nazionali ma di diritto internazionale) di legittima collazione familiare, anche quello costantiniano (diversamente denominato e araldicamente rappresentato). I membri della Unione stanno valutando come meglio organizzare questa storica e legittima presenza cavalleresca costantiniana ortodossa, magari, limitando le concessioni degli ordini esistenti solo ai familiari e stretti collaboratori, e creando una nuova onorificenza unitaria, con la benedizione del Patriarcato Ecumenico. Stesso dicasi per la concessione di altri titoli cavallereschi e nobiliari onorifici anche ereditari (cosa possibile nella tradizione orientale, diversamente da quelle occidentale, anche per i capi dinastici): il principe Giovanni Paleologo, presidente a vita della Unione, ha saggiamente proposto di contenere e uniformare queste benemerenze, riunendole ed elencandole in uno specifico nuovo albo d’oro, un repertorio bizantino dove chiunque, storico o semplice curioso, potrà cercare e verificare le famiglie, i titolati e gli ordini veri, distinguendoli così nettamente, da tutti quelli falsi, purtroppo in giro.


La Unione della Nobiltà Bizantina ringrazia il giornale mensile COSTANTINOPOLI, in particolare SAI il Principe Ezra Foscari Widmann Rezzonico Tomassini Paternò Leopardi, lo Ieromonaco Reverendo Padre Ambrogio, ed il Prof. Giuseppe Romeo Lupacchini, sia per l'articolo storico che per l'interessante progetto culturale ed editoriale.
unionebizantina@gmail.com

 

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